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Il buon pastore

L’immagine di Gesù quale “Buon Pastore” è indubbiamente la più cara ai cristiani di tutti i tempi.
Bisogna però chiedersi se il successo di tale immagine non derivi dall’impoverimento dell’espressione evangelica più che dalla sua comprensione. Infatti, questa raffigurazione, per i cristiani carica di rassicurante tenerezza, mandò su tutte le furie gli ascoltatori dell’epoca.
Gesù non aveva ancora terminato di definirsi “Buon Pastore” che i presenti lo de-finiscono “indemoniato e fuori di sé” (Gv 10,19) e quando termina il suo discorso “di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo” (Gv 10,31).
C’è da chiedersi se erano i Giudei tanto ottusi da fraintendere espressioni belle e rassicuranti o i cristiani che hanno trasformato il messaggio di Gesù in un rassicurante prodotto ad uso di un devozionalismo tanto sdolcinato quanto sterile ed illusorio.
Per comprendere cosa può aver detto Gesù di così scandaloso per le orecchie dei capi del popolo e di così importante per i cristiani occorre risalire all’immagine del pasto-re alla quale Gesù si richiama.